LO SPETTACOLO
In una redazione di un settimanale, una giornalista riceve dal suo editore l'incarico di pubblicare in un libro le lettere più significative ricevute relative alla "violenza alle donne". La scelta di queste lettere porterà la giornalista a fare delle considerazioni su questo difficile argomento, aiutata da famosi brani italiani ed esteri, così come da coreografie e videoproiezioni, che accompagneranno ed emozioneranno lo spettatore in un insolito percorso.
La parte musicale dello spettacolo è composta da 23 canzoni, tutte rigorosamente cantate dal vivo, tra cui le italianissime “Donna” di Mia Martini, che apre la parte musicale del docuMusical, “Mio zio” di Carmen Consoli, “Mary” dei Gemelli Diversi, mentre del repertorio internazionale troviamo, tra gli altri, pezzi di Christina Aguilera, di Bebe, di Pink, dei Police, fino a “Where The Wild Roses Grow” di Nick Cave e Kylie Minogue.
Cara Amica Ti Scrivo ha lo scopo di sollecitare in modo un po’ inusuale una riflessione sul tema delle varie forme di violenza subita dalle donne. Vengono pertanto proposti alcuni spunti in cui le diverse tematiche vengono affrontate in chiave realistica ma non voyeristica, suggerite infatti dalla giornalista attraverso l’invito a “leggere tra le righe” delle lettere che sono il filo conduttore dello spettacolo; gli spunti dati dai brani musicali sono invece a volte più espliciti, forti delle emozioni che sempre la musica è in grado di trasmettere.
Il tema centrale di questo spettacolo è dunque la violenza subita dalle donne, considerata spesso come fatto privato che riguarda sempre e solo “gli altri”. Chi subisce violenza e chi la commette è però di questo pianeta, può vivere a fianco a noi anche se, nella maggior parte dei casi, vittima e persecutore tendono a nascondere quanto accade. Essere in grado di riconoscere certe violenze - i presupposti o i segnali - può voler dire, a volte, essere di aiuto a qualcuno, magari anche di inaspettato. Cara Amica Ti Scrivo ne parla, suggerendo con delicatezza alcuni possibili segnali, contrapponendo però alla violenza la volontà di porvi fine. Viene proposta una riflessione in cui l’angoscia che il tema potrebbe ispirare viene sostituita dalla speranza, accompagnando lo spettatore in un percorso buio in cui però la luce è sempre presente, e sorprendendolo per l'inaspettata chiave ironico/umoristica con la quale, a volte, vengono affrontati gli argomenti. Rivolto per questo motivo ad un pubblico eterogeneo, viene apprezzato anche dai ragazzi a partire dall’età adolescenziale, che gradiscono sia la parte musicale che attinge da un vasto repertorio di artisti molto noti, sia la parte in prosa per l'insolita chiave di lettura che, pur delineando la realtà di quanto accade, resta esente dai sempre poco amati moralismi.